RESTYLING SPIRITO DIVINO

Spirito DiVino è un bar che ai classici servizi di caffetteria, gelateria e somministrazione bevande, affianca i servizi di champagneria e wine bar. La committenza ci ha chiesto di rinnovarne i locali, e l’immagine, attraverso un intervento leggero che non modificasse la planimetria e le strutture murarie e recuperasse parte degli arredi esistenti.

Il primo doveroso passo progettuale è stato quello di riorganizzare, sulla base di un piacevole confronto con gli operatori, lo spazio e le attrezzature del bancone per migliorare il comfort degli avventori ed agevolare il lavoro degli addetti. In seguito, al fine di conferire al locale un aspetto più consono a quello del wine bar, che richiede un ambiente caldo ed intimo, abbiamo deciso di riprodurre l’atmosfera di un loft ma declinando lo stile industriale in una versione più glossy, più pulita, come in ogni caso è giusto che sia in un bar. Pertanto, al bianco e al nero dell’arredo esistente (che abbiamo recuperato e rimaneggiato) abbiamo affiancato i colori del mattone, del cemento, del legno naturale. Utilizzando il bianco ed il grigio scuro per le pareti e posizionando alcune ampie superfici specchianti, abbiamo cercato di dare equilibrio alla percezione dello spazio. Per lo stesso motivo abbiamo selezionato corpi illuminanti che convogliassero i flussi luminosi verso il basso, tenendo in ombra il soffitto e tutte le parti scure e mettendo in luce, invece, i bianchi e le parti materiche. Perché l’atmosfera fosse veramente familiare, abbiamo introdotto una nota di tradizione utilizzando cavi elettrici a treccia con cassette in porcellana e abbiamo appeso alle pareti alcune riproduzioni di manifesti pubblicitari d’epoca di Campari, Aperol e Martini … per ricordare i tempi in cui la pubblicità era arte … e per dare allo Spirito DiVino quell’atmosfera un po’ d’antan che ci rimandi ai nostri vecchi cari bar di paese … ai nostri ricordi d’infanzia.

PLAY GAME

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Nel progettare gli interni della nuova sede di PLAY GAME, ci siamo mossi in equilibrio fra lo scintillio patinato dei centri scommesse e delle sale giochi ed il calore un po’ naif del circolo ricreativo di paese. Dalla definizione del layout funzionale fino al disegno dell’arredo, l’obiettivo che ci ha guidati è stato quello di favorire l’aggregazione e la socializzazione intorno ad ogni attività ludica, anche laddove si poneva con forza il requisito della privacy, come nell’internet point e nella sala slot. Anche per questo abbiamo operato in modo che la distribuzione degli ambiti funzionali, leggibile dal disegno dei controsoffitti, non comportasse l’interruzione della continuità degli spazi e, dove erano necessarie schermature visive, abbiamo utilizzato divisori non a tutta altezza. La luce ha avuto un ruolo determinante nel progetto. L’uso considerevole di strisce led non risponde solo all’esigenza di marcare alcune linee architettoniche, ma anche, e soprattutto, a quella di compensare la disomogenea diffusione della luce naturale con una consistente componente di luce artificiale calda diffusa dal soffitto bianco. I colori neutri delle pitture, il legno, la pietra, il tufo ed i tessuti sono stati selezionati ed accostati per dare alle forme architettoniche un aspetto delicatamente materico.

 

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BANANA MOON

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Ci sono progetti che prima che belli devono essere buoni…e giusti.

Nel centro storico di Minervino Murge esiste una torre di epoca quattrocentesca. Intorno alla torre, a precluderne l’accesso, a cavallo fra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo, fu edificato un palazzo su due livelli (piano terra e piano nobile). Nel corso degli anni sessanta del novecento il palazzo fu demolito e sostituito da un edificio su tre livelli che ridusse ulteriormente la visibilità del pregevole monumento (avvenimento fra i più discussi della storia architettonica e urbanistica del paese). Al piano terra, in corrispondenza dell’antico androne d’ingresso, fu ricavato un piccolo negozio. Al servizio dell’esercizio commerciale, negli stessi anni, furono installate alcune teche esterne. Il cattivo stato di conservazione delle teche ha spinto la committenza a cogliere l’occasione della manutenzione per operare un restyling dell’immagine del negozio.

Nelle fasi preliminari del progetto di restyling, nel corso di alcuni sondaggi sul luogo, è emerso che dietro le teche e i vari rivestimenti di marmi e lamiere, sopravviveva, in un discreto stato di conservazione, il paramento murario in pietra del piano terra del palazzo antico. Pertanto tutto ciò che era presente sulla facciata andava trattato alla stregua di superfetazione da rimuovere; le teche esistenti andavano assolutamente sostituite con nuove teche che avessero il fondamentale requisito di non occludere la vista dell’antico paramento murario; la pietra doveva essere pulita con attenzione a non eliminarne la patina; le parti ammalorate andavano sostituite; le lacune andavano colmate facendo attenzione a mantenere distinguibile il nuovo dall’antico attraverso lievi differenze del trattamento superficiale della pietra; le nuove teche dovevano essere ancorate alla muratura sfruttando le parti già danneggiate; la loro struttura doveva essere leggera, opaca solo dove necessario, trasparente ovunque possibile; i prodotti dovevano avere il giusto risalto senza precludere la fruizione estetica della cornice architettonica.

E così abbiamo fatto…perché così era giusto…per la Torre…e per il Corso.

 

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SCRIVANIA-RECEPTION

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Lo studio professionale era dotato di scrivanie composte da semplici piani di lavoro su sostegni centrali. Si rendeva necessaria una paratia frontale per garantire la privacy e l’ordine. Nel disegnare la forma planimetrica delle paratie ci siamo limitati a prendere atto dell’andamento rettilineo con raccordo circolare dei piani di lavoro. Ma il tutto doveva inserirsi armonicamente nello spazio ed agevolarne il funzionamento. Così abbiamo individuato tre piani funzionali: piano porta riviste in prossimità delle sedute di aspetto; piano di interfaccia utente-addetto verso l’ingresso; piano di lavoro addetti verso lo spazio di lavoro. La forma discende immediatamente da questa suddivisione, i colori prendono atto delle finiture esistenti, la sapienza artigianale è quella del maestro falegname Antonio Perchinelli.

BATI’

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Esiste un chiosco per la somministrazione di bevande ed alimenti nella villa Faro il cui spazio antistante è uno dei luoghi di ritrovo e socializzazione più frequentati di Minervino Murge. Per destagionalizzare l’attività la committenza ci ha chiesto di progettare una struttura che dia agli avventori il giusto riparo ma senza farli sentire al chiuso. Idea: una grande copertura in legno con struttura a reticolo, setti portanti in legno lamellare perimetrali e vetrate scorrevoli a tutta altezza a scomparsa nei setti. Un angolo libero-vetrato invita all’ingresso insieme all’insegna; all’interno non ci sono sostegni e lo spazio è integro; l’interno e l’esterno sono in relazione intima ma non totalizzante (il riparo è anche privacy!). Perline in legno verticali e fioriere sulla copertura integrano visivamente la struttura alle alberature; sedute esterne perimetrali in pietra di Trani sono l’interfaccia con la villa e rendono meno netto il confine dentro-fuori.

RESTYLING SUPREMO PIACERE

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Alla varietà dei servizi offerti dall’esercizio (bar, ristorazione, musica dal vivo) doveva corrispondere un’estrema versatilità dell’immagine, ma senza generare ambiguità. Le funzioni, data la forma e l’organizzazione del locale, non potevano essere separate, pertanto il nostro compito era quello di selezionare e accostare materiali che si prestassero bene a rappresentare l’intimità e il calore del ristorante, la pulizia ed il relax della caffetteria, la vivacità e la sorpresa del music bar. Due portali trasversali rivestiti in pietra di Trani suggeriscono la suddivisione dello spazio in ingresso, bar e sala. Sull’ingresso e sul bar due controsoffitti rettangolari e luce diffusa dal perimetro. Il bancone in muratura è rivestito con lastre di biancone di Trani. Sul fondo una bottigliera in legno laccato bianco, sui lati mensole disegnate come sottrazioni da lunghi regoli di cartongesso. Sulle pareti pittura color glicine e carta da parati con disegni floreali color crema su sfondo glicine. Sulla sala un controsoffitto costituito da parallelepipedi di diversa dimensione e luce diretta da corpi illuminanti LED RGB di forma cubica. I parallelepipedi hanno finitura bianca lucida per amplificare e movimentare la componente diffusa del flusso luminoso. Alle finestre maschere rivestite in foglia bronzo hanno la funzione di mitigare l’impatto visivo delle grandi pareti laterali e di riequilibrare l’asimmetria altimetrica delle aperture. Il bronzo, accostato alla pietra dei portali, riverbera all’interno del locale l’immagine del monumento Faro visibile dalla finestra. La resina grigia del pavimento, in mezzeria, si tinge di rosso e contribuisce, con l’aiuto del grande specchio sul fondo, a realizzare la simmetria anche sull’asse trasversale: un red carpet in omaggio a tutti i musicisti che suoneranno al Supremo Piacere.

RESTYLING GLOBO

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Il fronte principale dello show room di Pescara della CERAMICHE GLOBO è costituito da un corpo cilindrico innestato sul netto parallelepipedo dell’involucro edilizio. Una composizione volumetrica molto riconoscibile (dato anche il celeste dei rivestimenti ceramici) ma estremamente statica e ormai poco rappresentativa dell’azienda. La richiesta del committente era di rinnovare la facciata e migliorare la comunicazione dei servizi offerti. Abbiamo disegnato considerando l’intera facciata come un’unica grande veste grafica dell’edificio ma dotata di qualità plastiche. Il risultato è una forma fluida in lamiera stirata che riveste i volumi esistenti e funge da supporto alla comunicazione scritta.