RESTYLING SPIRITO DIVINO

Spirito DiVino è un bar che ai classici servizi di caffetteria, gelateria e somministrazione bevande, affianca i servizi di champagneria e wine bar. La committenza ci ha chiesto di rinnovarne i locali, e l’immagine, attraverso un intervento leggero che non modificasse la planimetria e le strutture murarie e recuperasse parte degli arredi esistenti.

Il primo doveroso passo progettuale è stato quello di riorganizzare, sulla base di un piacevole confronto con gli operatori, lo spazio e le attrezzature del bancone per migliorare il comfort degli avventori ed agevolare il lavoro degli addetti. In seguito, al fine di conferire al locale un aspetto più consono a quello del wine bar, che richiede un ambiente caldo ed intimo, abbiamo deciso di riprodurre l’atmosfera di un loft ma declinando lo stile industriale in una versione più glossy, più pulita, come in ogni caso è giusto che sia in un bar. Pertanto, al bianco e al nero dell’arredo esistente (che abbiamo recuperato e rimaneggiato) abbiamo affiancato i colori del mattone, del cemento, del legno naturale. Utilizzando il bianco ed il grigio scuro per le pareti e posizionando alcune ampie superfici specchianti, abbiamo cercato di dare equilibrio alla percezione dello spazio. Per lo stesso motivo abbiamo selezionato corpi illuminanti che convogliassero i flussi luminosi verso il basso, tenendo in ombra il soffitto e tutte le parti scure e mettendo in luce, invece, i bianchi e le parti materiche. Perché l’atmosfera fosse veramente familiare, abbiamo introdotto una nota di tradizione utilizzando cavi elettrici a treccia con cassette in porcellana e abbiamo appeso alle pareti alcune riproduzioni di manifesti pubblicitari d’epoca di Campari, Aperol e Martini … per ricordare i tempi in cui la pubblicità era arte … e per dare allo Spirito DiVino quell’atmosfera un po’ d’antan che ci rimandi ai nostri vecchi cari bar di paese … ai nostri ricordi d’infanzia.

BANANA MOON

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Ci sono progetti che prima che belli devono essere buoni…e giusti.

Nel centro storico di Minervino Murge esiste una torre di epoca quattrocentesca. Intorno alla torre, a precluderne l’accesso, a cavallo fra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo, fu edificato un palazzo su due livelli (piano terra e piano nobile). Nel corso degli anni sessanta del novecento il palazzo fu demolito e sostituito da un edificio su tre livelli che ridusse ulteriormente la visibilità del pregevole monumento (avvenimento fra i più discussi della storia architettonica e urbanistica del paese). Al piano terra, in corrispondenza dell’antico androne d’ingresso, fu ricavato un piccolo negozio. Al servizio dell’esercizio commerciale, negli stessi anni, furono installate alcune teche esterne. Il cattivo stato di conservazione delle teche ha spinto la committenza a cogliere l’occasione della manutenzione per operare un restyling dell’immagine del negozio.

Nelle fasi preliminari del progetto di restyling, nel corso di alcuni sondaggi sul luogo, è emerso che dietro le teche e i vari rivestimenti di marmi e lamiere, sopravviveva, in un discreto stato di conservazione, il paramento murario in pietra del piano terra del palazzo antico. Pertanto tutto ciò che era presente sulla facciata andava trattato alla stregua di superfetazione da rimuovere; le teche esistenti andavano assolutamente sostituite con nuove teche che avessero il fondamentale requisito di non occludere la vista dell’antico paramento murario; la pietra doveva essere pulita con attenzione a non eliminarne la patina; le parti ammalorate andavano sostituite; le lacune andavano colmate facendo attenzione a mantenere distinguibile il nuovo dall’antico attraverso lievi differenze del trattamento superficiale della pietra; le nuove teche dovevano essere ancorate alla muratura sfruttando le parti già danneggiate; la loro struttura doveva essere leggera, opaca solo dove necessario, trasparente ovunque possibile; i prodotti dovevano avere il giusto risalto senza precludere la fruizione estetica della cornice architettonica.

E così abbiamo fatto…perché così era giusto…per la Torre…e per il Corso.

 

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RESTYLING SUPREMO PIACERE

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Alla varietà dei servizi offerti dall’esercizio (bar, ristorazione, musica dal vivo) doveva corrispondere un’estrema versatilità dell’immagine, ma senza generare ambiguità. Le funzioni, data la forma e l’organizzazione del locale, non potevano essere separate, pertanto il nostro compito era quello di selezionare e accostare materiali che si prestassero bene a rappresentare l’intimità e il calore del ristorante, la pulizia ed il relax della caffetteria, la vivacità e la sorpresa del music bar. Due portali trasversali rivestiti in pietra di Trani suggeriscono la suddivisione dello spazio in ingresso, bar e sala. Sull’ingresso e sul bar due controsoffitti rettangolari e luce diffusa dal perimetro. Il bancone in muratura è rivestito con lastre di biancone di Trani. Sul fondo una bottigliera in legno laccato bianco, sui lati mensole disegnate come sottrazioni da lunghi regoli di cartongesso. Sulle pareti pittura color glicine e carta da parati con disegni floreali color crema su sfondo glicine. Sulla sala un controsoffitto costituito da parallelepipedi di diversa dimensione e luce diretta da corpi illuminanti LED RGB di forma cubica. I parallelepipedi hanno finitura bianca lucida per amplificare e movimentare la componente diffusa del flusso luminoso. Alle finestre maschere rivestite in foglia bronzo hanno la funzione di mitigare l’impatto visivo delle grandi pareti laterali e di riequilibrare l’asimmetria altimetrica delle aperture. Il bronzo, accostato alla pietra dei portali, riverbera all’interno del locale l’immagine del monumento Faro visibile dalla finestra. La resina grigia del pavimento, in mezzeria, si tinge di rosso e contribuisce, con l’aiuto del grande specchio sul fondo, a realizzare la simmetria anche sull’asse trasversale: un red carpet in omaggio a tutti i musicisti che suoneranno al Supremo Piacere.

RESTYLING GLOBO

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Il fronte principale dello show room di Pescara della CERAMICHE GLOBO è costituito da un corpo cilindrico innestato sul netto parallelepipedo dell’involucro edilizio. Una composizione volumetrica molto riconoscibile (dato anche il celeste dei rivestimenti ceramici) ma estremamente statica e ormai poco rappresentativa dell’azienda. La richiesta del committente era di rinnovare la facciata e migliorare la comunicazione dei servizi offerti. Abbiamo disegnato considerando l’intera facciata come un’unica grande veste grafica dell’edificio ma dotata di qualità plastiche. Il risultato è una forma fluida in lamiera stirata che riveste i volumi esistenti e funge da supporto alla comunicazione scritta.